Si è appena concluso a Trento il secondo ciclo di formazione ai detenuti vicini alla conclusione della pena. Per aiutare questi uomini e donne, giovani e meno giovani, italiani e immigrati a reinserirsi nella società, a trovare un lavoro, a vivere nella legalità. E a mostrar loro che, nonostante gli errori fatti, possiedono risorse nascoste che possono valorizzare.
Giovani e meno giovani, uomini e donne, italiani e immigrati… Hanno violato la legge, hanno commesso dei reati e stanno scontando la loro pena, in carcere o attraverso misure alternative al carcere. A tutti loro mancano pochi mesi e torneranno alla vita normale, con tante incognite. Anche se hanno iniziato un percorso di reinserimento sociale, fuori dal penitenziario, fuori dalle restrizioni, dovranno provare a fare da soli. E lì verrà il difficile: trovare lavoro, trovare casa, vivere nella legalità, farsi accettare… Eppure, come mostrano le statistiche, è questa l’unica via per ridurre la recidiva, il tornare a delinquere.
Così abbiamo provato a dar loro una mano con il corso “NUOVA VITA DURANTE E DOPO IL CARCERE”.
Associazione Microfinanza e Sviluppo – con Marco Pasini, Marianna Berlingozzi e Francesco Terreri – e Associazione Felicitas – con Guido Giovannardi – hanno collaborato con l’Apas, l’Associazione provinciale di aiuto sociale che in Trentino si occupa di reinserimento dei detenuti.
Due sessioni per due gruppi di detenuti. Lezioni, o meglio proposte di strumenti e di chiavi di lettura della realtà sociale, indicazioni e suggerimenti per come provare a reinserirsi nella società, dialoghi su come potrebbe essere la vita fuori dal carcere.
In primo luogo abbiamo ritenuto fondamentale parlare del perchè si trovano in questa situazione: che tipo di legge hanno violato, quali sono i diritti e i doveri dei cittadini italiani e delle persone che risiedono in Italia? Naturalmente molti di loro sanno, per esempio, che l’Italia è una Repubblica. Ma cosa vuol dire “una Repubblica democratica fondata sul lavoro”?
Sono stati giustamente puniti per quello che hanno fatto, ma vogliono capire…Quali sono i miei diritti, oltre ai miei doveri? Come straniero, sono destinato alla clandestinità, a vivere ai margini della società? Se sono in difficoltà, invece di rubare posso chiedere aiuto allo Stato?
E naturalmente abbiamo riscontrato grande interesse per il primo e principale problema che affronteranno: come trovare lavoro. Tutti loro, chi più chi meno, smanettano con lo smartphone. Molti di loro cercano i siti più vari, dove ci sono le offerte di impiego più diverse. Ma in che mercato del lavoro si troveranno a operare? Come si fa a capire quali sono le professioni e i mestieri più richiesti? E soprattutto: cosa sanno fare? Cosa scriverebbero nel loro curriculum? I detenuti stranieri tendono a raccontare quello che hanno fatto in Italia. Ma in Senegal o in Nigeria cosa facevano? Quali competenze hanno? In molti casi abbiamo trovato in queste persone risorse nascoste che neanche loro sapevano bene di possedere.
Li abbiamo introdotti al sistema trentino delle politiche del lavoro, parlando loro dell’Agenzia del Lavoro e dei Centri per l’impiego, oltre che delle agenzie del lavoro private. Sensibilizzandoli a porre una adeguata attenzione a non finire nelle condizioni di sfruttamento o, di nuovo, di illegalità.
Ma abbiamo parlato anche di altro, perchè poi, se si riesce a ricevere una busta paga, con tanto di tasse pagate allo Stato e di contributi (che si rivedranno tra un bel po’ di tempo, quando si andrà in pensione) bisogna sapere fare i conti di casa. Il cuore del corso, per molti aspetti, è quindi stata l’introduzione al bilancio familiare, a come gestire il denaro: una cosa che molti dei detenuti devono imparare o reimparare a fare. Con il bilancio familiare arrivano le spese e le entrate, le bollette che costano sempre più, la casa che non è facile trovare, il risparmio per i tempi difficili e quello che viene investito. E il rapporto con le banche, complicato per tutti, figuriamoci per loro.
Altri argomenti, anche sollecitati dai partecipanti, dal lavoro autonomo all’impresa, dalla partita Iva a come si gestisce un piccolo ristorante. I detenuti sono stati coinvolti in laboratori ed esempi pratici.
E hanno capito che fuori dal carcere non saranno rose e fiori, ma ci si può provare.