La ripresa delle imprese migranti: parte la formazione imprenditoriale per le donne


Le imprese di stranieri in Italia sono ormai più di 651.000, l’11% del totale, con 890mila titolari, amministratori e soci. Hanno ripreso a crescere dopo la frenata prodotta dalla pandemia. Tanti uomini, donne, giovani migranti portano qui le loro competenze e i loro progetti di imprenditorialità ma hanno bisogno di supporto e accompagnamento per l’attività d’impresa, in questa fase difficile, e l’accesso al credito. Parte un nuovo corso dedicato alle donne immigrate, che sono un quarto degli imprenditori di origine straniera.

Al 30 giugno 2022 ci sono in Italia 651.170 imprese migranti, cioè guidate da stranieri. Sono 11.829 in più di un anno prima, con una crescita di quasi il 2%. Nei primi sei mesi di quest’anno le iscrizioni al Registro delle imprese sono 35.244 rispetto a 19.896 cessazioni, con un saldo positivo di 15.348 unità. Dopo la frenata dovuto all’emergenza Covid-19, l’imprenditoria migrante riparte a ritmi superiori a quelli registrati prima della pandemia. Lo dicono i dati di Unioncamere, le Camere di commercio italiane. Le imprese guidate da stranieri sono l’11% del totale delle aziende. Sono guidate da titolari nati in Paesi dell’Unione Europea 134.733 ditte, il 21% del totale, mentre il 79%, pari a 514.445 imprese, sono in mano a imprenditori extracomunitari.

Un quarto delle imprese, il 24%, è guidato da donne. Il 14% vede il titolare giovane. Le ditte individuali sono la maggior parte: 487.167. Per il 63% si tratta di microimprese fino a 5 addetti. Liguria (17,6%), Toscana (17,3%), Lazio (17%) sono le regioni dove si registrano le concentrazioni più elevate sul totale delle imprese esistenti. In valore assoluto, la regione con più imprese straniere è la Lombardia, dove hanno sede 125.649 aziende con titolare cittadino di Paesi esteri.

I settori dove è più presente l’imprenditoria migrante sono il commercio (279.062 imprese), le costruzioni (155.845 aziende) e i servizi (146.672 ditte). Le persone titolari, amministratori e soci delle imprese straniere sono 890.413. Di esse, le prime nazionalità di provenienza sono Romania (89.602), Cina (89.267), Marocco (75.712), Albania (61.587), Svizzera (43.194), Bangladesh (43.091).

In questo scenario, tanti immigrati che vengono in Italia con competenze e progetti di imprenditorialità, hanno bisogno (come tanti italiani) di supporto per avviare l’azienda, accedere al credito –  che resta un problema aperto – gestire l’attività economica in questa fase particolarmente difficile. Per questo l’Associazione microfinanza e sviluppo è in prima fila nella formazione e nell’accompagnamento delle imprese migranti.

La prossima iniziativa è “Imprenditoria e microfinanza per donne migranti”: il progetto WEM (Women Entrepreneurship Mentality) – un progetto Erasmus+ KA2 coordinato da Nantik Lum Foundation in collaborazione con il Center for Social Innovation (CSI) e Associazione Microfinanza e Sviluppo – prevede un percorso di formazione e accompagnamento, attraverso il quale le partecipanti impareranno, svilupperanno e miglioreranno le loro competenze personali e professionali per avviare un proprio percorso lavorativo o di impresa.

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